mercoledì 18 giugno 2014

“Se il mondo intorno crepa proiezione privata per cast e stampa”al cinema Nuovo Aquila | Palermoparla

“Se il mondo intorno crepa”al cinema Nuovo Aquila | Palermoparla



“Il teatro e il cinema, in tutte le loro diverse espressioni, sono un grande amore, ma il western è una malattia stupenda” (Stefano Jacurti).
Nella primavera del 2012, Sara Monacelli, volle che io fossi il fotografo ufficiale del “Festival del cinema Western” ad Orvieto; per lei realizzai tutti i servizi fotografici delle fasi antecedenti come la consegna della “Stella di latta” ad Ennio Morricone e al grandissimo sceneggiatore Luciano Vincenzoni, ormai scomparso, che, ironia della storia, abitava in un traversa di via Sergio Leone a Roma e tutto lo svolgersi del festival di Orvieto. Là conobbi un mondo quasi infinito di personaggi che vorticavano nel grande cosmo della produzione western, disegnatori di fumetti, registi, attori, produttori ed esperti del settore.
Fu lì che incontrai Stefano Jacurti. Vi sono persone che, enciclopedicamente, cercano, studiano, catalogano con cura meticolosa e raffinatissima competenza tutto ciò che riguarda il “Western”, egli appartiene a quel genere privilegiato di “uomo raccoglitore” che può permettersi di costituire un polo d’attrazione ed essere un sicuro riferimento documentativo.
“SE IL MONDO INTORNO CREPA”; non è il suo primo film, lo precedono un corto western horror “Boot Hill” e “Inferno bianco” con il quale Jacurti ottiene una menzione dal regista Pupi Avati e che vince il premio “Tentacoli film festival 2007”, ma il regista ha al suo attivo anche lavori teatrali come “Golden City” del 1995 ed una fervida produzione letteraria con “Il baule nella prateria”, “Avrei voluto essere ucciso da Clint Eastwood” e “Bastardi per stirpe”.
Stefano Jacurti ha un spiccatissimo senso della indipendenza che lo rende meritevole d’essere considerato con grande attenzione: egli è un autoproduttore e chi conosce il mondo dello spettacolo sa cosa significa. “Se Il mondo intorno crepa” lo vede regista insieme a Emiliano Ferrara che lo accompagna ormai da tempo nella sua avventura western.
“Ho scritto questa storia perché sono stato folgorato da un servizio del tg che parlava di “Istituzioni assenti” in un Paese dove le persone hanno perso la fiducia nello Stato, e di “emarginati” di varie tipologie, che lottano per conquistarsi un posto nella società. Ho trasferito queste tematiche tanto universali quanto sentite, in un luogo a me molto congeniale come quello del far west, dove emarginazione e ingiustizia prima o poi trovano il loro riscatto anche nel posto più remoto” (Stefano Jacurti).
Il medio metraggio di Jacurti e Ferrara è un validissimo esempio di come, con un certo grado di sacrificio e ottima esperienza in campo cinematografico, si possa realizzare un buon prodotto, che, se avesse potuto godere di un baget adeguato, si sarebbe trasformato in un autentico film; la fotografia merita una menzione speciale, i primissimi piani sono ben costruiti ed inseriti nella storia appropriatamente; la padronanza della macchiana da presa è assolutamente professionale; molto interessanti i campi lunghi; la scelta del viraggio del colore rafforza la drammaticità della storia; le musiche e gli effetti sonori atti alla spazializzazione del tempo western, sono veramente eccellenti.
Nel cast del film vediamo:
Emanuela Ponzano (Pasolini, la verità nascosta; La jalousie; L'inchiesta; The Moon and the Stars)
Antonella Salvucci (Midway - Tra la vita e la morte; Bellerofonte; 5 (Cinque); Bloody Sin; Night of the Sinner; L'educazione sentimentale di Eugenie)
Antonio Rocco,
Willy Stella,
Gabriel Ciarelli
Giovanni Bufalini (filmaker della scuola romana fotografia e cinema- sezione cinema)
Marco Belocchi (regista teatrale e attore)
Simone Pieroni (nella parte di Butcher Joe)
coregista Emiliano Ferrara
Direttore della fotografia Alberto Marchiori

FABIO MASSIMO TOMBOLINI

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