mercoledì 18 giugno 2014

SE IL MONDO INTORNO CREPA WESTERN RECENSIONE SU DIRETTA NEWS

SE IL MONDO INTORNO CREPA WESTERN RECENSIONE SU DIRETTA NEWS



Il cinema western torna sullo schermo con la seconda co-regia di Jacurti e Ferrera


Dopo aver realizzato due prodotti western come il mediometraggio “Boot Hill” del 1998 e il lungometraggio “Inferno bianco” del 2007, l’accoppiata Stefano Jacurti e Emiliano Ferrera torna con il loro genere preferito grazie ad un altro mediometraggio (durata 40 minuti) come “Se il mondo intorno crepa”, ovvero altra dichiarazione d’amore del duo nei riguardi del cinema tutto cowboy e lande desolate.
La trama si muove sulle gesta di Black Burt (Jacurti), denominato “il poeta” perché prima di uccidere declama versi di morte, il cui passato al di la della legge è leggenda per gli abitanti del luogo.
La sua collaborazione col criminale Butcher Joe (Simone Pieroni) è sulla bocca di tutti e ben presto i due si daranno appuntamento per un ulteriore colpo da compiere.
Solo che l’incontro con una prostituta, Sheila (Emanuela Ponzano), farà riaffiorare a qualcuno terribili ricordi di una vita violenta che lo spingerà a chiudere il cerchio con la giustizia
Ormai il western è nuovamente delle nostre parti, lo ha confermato il “Django unchained” di Quentin Tarantino recentemente e lo fa anche questo “Se il mondo intorno crepa”, che oltre a prendere spunto dal meglio dello spaghetti western accenna a qualche accenno anche al cinema dei Coen bros (“Il grinta” ma anche “Il grande Lebowski”, come fa notare il prologo interpretato da Antonella Salvucci e Willy Stella).
Jacurti e Ferrera si cimentano in un’operazione che richiama le atmosfere crepuscolari del western alla Walter Hill e si avvalgono di un nutrito gruppo di ottimi collaboratori, in modo che “Se il mondo intorno crepa” riesca appieno nella commemorazione di un genere che apparteneva all’Italia e che ancora adesso fa scuola.
Solo che dire che l’operazione di Jacurti e Ferrera sia solo uno spaghetti western sembra essere riduttivo, anche perché qua alla memoria ci sono più che altro i grandi maestri americani del western anni ’70 (il citato Hill, Sam Peckinpah, Clint Eastwood stesso), senza escludere che l’opera in questione ha anche dei richiami all’attualità e sull’emarginazione di oggi.

MIRKO LO MUSCIO


Nessun commento: